Ovvero come mi faccio il capanno galleggiante

 Per quanto io preferisca in modo molto più onesto fotografare in errante, vi sono determinati momenti è condizioni, che un capanno può essere la scelta migliore è in avifauna spesso risulta la scelta migliore.

In un prossimo articolo, farò un intero panorama sui capanni da me usati è auto costruiti, sia su postazione fissa che come in questo caso il modello “hidro hide”,   un capanno galleggiante, con cui ci si immerge fino a metà busto e si ha il modo di esplorare in una sorta miscellanea di tecniche che va dall’appostamento alla ricerca errante in ambiente acquatico.

Come potete osservare il punto di ripresa rimane molto basso tenendo conto che in fase di movimento la struttura dovuta al nostro peso, più quello dell’attrezzatura montata sopra, nel mio caso 600  AFS ED G f4 VR più D5 è del mio amico Domenico 400 f2,8 L IS e 7D MK II,  si  affonda di circa 8/10cm, certo non rimarrà mai totalmente basso come se si fotografasse da un capanno a raso terra ma ci siamo molto vicini. Bisogna mantenere un’altezza di sicurezza.

La struttura è stata creata con pannelli di polistirene creando un sandwich nella parte superiore con multistrato marino, è stato poi rivestito il tutto con nastro da carrozziere imbevuto in una soluzione di più mani di colla vinilica, successivamente è stata data una mano di resina nautica, fatta asciugare e verniciata , ricoprendo con altre mani di colla vinilica. L’altezza della struttura galleggiante è di circa 30 cm per una lunghezza e larghezza  di 120 cm per 100cm.  Un attenzione particolare è stata posta alla piastra che ospita la vite di fissaggio della gimbal o ora per il mio capanno per la Nitrotech N12.

Per ciò che riguarda la struttura che dovrà reggere le varie coperture, sono stati creati le sedi anch’esse annegate nella resina in cui infilare la classica paletteria da tenda, opportunamente misurata in modo che dia la forma a cupola corretta in base all’altezza. Per noi non altissimi ci siamo limitati a circa 85 cm.

Per la copertura io personalmente adopero nel periodo estivo un paio di teli forellati a trama mimetica su cui adagio il poncho 3D della ameristreep con cui ho una visione completa dall’interno verso l’esterno. Domenico usa il telo tarp preso alla decathlon tagliato per creare le finestre di osservazione è ricoperto con la classica rete mimetica. Su entrambi i sistemi verrano poi applicati i vari elementi naturali del luogo per mimetizzare al meglio la silhoutte del capanno.

Non essendo possibile portarsi dietro lo zaino, abbiamo incastrato una scatola chiusa ermeticamente in cui infilare i duplicatori  o un 70/200 , cellulare e chiavi auto.  

Le immagini che si possono ottenere hanno un ottimo punto di vista, specie se pensate in condizioni di illuminazione particolari, nel nostro caso come regola vuole ci si immerge ancora con il buio e si rimane fino al sole alto cercando in questo caso, un punto di uscita riparata alla vista dei nostri amici pennuti.

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