La trazione integrale di un autoveiocolo 4×4 è  spesso fondamentale come mezzo per raggiungere luoghi isolati ed ostici come il cuore del Sahara, zone altomontane innevate, così come diviene all’occorrenza un insostituibile capanno mobile per zone umide e non. Se attrezzato adeguatamente si rivela il mezzo d’appoggio ideale per passarci notti in appostamento con una certo margine di sicurezza,  per stipare in modo sicuro le attrezzature fotografiche e da escursionismo di elevato valore.

Come ogni mia attrezzatura con cui instauro un determinato feeling è degno di portare un suo nome che lo identifichi tra tanti, per  la mia Land Cruiser dopo mille  avventure   l’ho battezzata come “Fotoy explorer IV”, due in quanto è la seconda volta che  mi affido a questo specifico modello dopo essere passato per land Rover risultata non così affidabile come il marchio Nipponico Toyota  al mitico HDj 80 che i più appassionati riconoscono come la nave del deserto. Il simbolo delle tre ellissi racchiude il rapporto di alta fiducia che esiste tra il marchio Toyota e i suoi clienti. Hiichiro Toyoda questo il nome di origine del fondatore, per motivi conducibili alla cultura nipponica della scrittura del pennello che come auspicio cade esattamente in  8 segni di pennello, numero 8 che in giappone è un pò come il 13 per noi occidentali, il nome fu successivamente trasformato in Toyota.

Dopo un pò di tempo ecco iniziato il nuovo allestimento di “Fotoy explorer IV”. Questa volta ho pensato dalle esperinze precedenti di optare per il passo lungo in modo da poter ricavare in ogni circostanza abbastanza spazio per aver dentro tutto ciò che mi consentirebbe di poter stare fuori, anche senza appoggio obbligatorio per pernottare in strutture, abbattendo così anche i costi delle prossime tappe esplorative di diversi territori.

Ecco tutte le varianti e modifiche

Prima modifica utile  esterna per la fotografia la modifica dei vetri posteriori con un sistema flipup grazie ad un amico  ed una pressa ho creato praticamente degli sportelli sotto chiave che basculano verso l’alto, che in determinate occasioni posso alzare e fotografare dall’interno anche sotto la pioggia ed al sicuro negli appostamenti notturni.

Un tendalino laterale di 2,5 x 2,5 metri  che apro durante i campi base e sotto cui si può stare all’ombra o riparati da pioggia per magari scaricare le schede e dare un occhiata al lavoro tramite portatile.

Un impianto con doppia batteria da 100 Ahm per  i servizi e pannello solare portatile per ricaricare batterie delle reflex, torce,  cellulari è tutto il necessario.

Appena mi  consegneranno un nuovo serbatoio per la scorta d’acqua, fatto fare su misura, apporterò altre modifiche, per ora  la struttura interna prevede un paio di cassetti in uno ci va tutto l’occorrente per cucinare “bisogna pensare anche a quello”, e nell’altro attrezzi e chiavi varie per eventuali lavori su Fotoy explorer IV.

Nella parte superiore ho un frigo a compressore da 31 Lt per conservare gli alimenti deteriorabili, e avere bevande fresche, volendo funge anche da congelatore. Affianco due gavoni fissi in cui conservo le derrate e in uno gli effetti personali per l’igene e il kit pronto soccorso.

Non poteva non mancare l’acqua con un serbatoio di 80 Lt predisposto  per il carico nella parte esterna e di pompa  con doccietta estensibile.

Spero nel nuovo serbatoio di riuscere ad installare una resistenza per scaldare un pò l’acqua. Sul portellone posteriore ho ricavato un comodo piano d’appoggio e fissato il fornelletto a due fuochi che si alimenta con la classica bombola da 2/3 kg della camping gaz.

Nella parte superiore al serbatoio c’é un gavone in cui  durante i viaggi sistemo gli zaini con l’attrezzatura e vestiti.

Nei due comparti laterali sotto i portelli apribili da una parte c’é il compressore per gonfiare i pneumatici o altri accessori, all’occorrenza torna anche utile per pulire qualcosa.  

Ha una portata di 160 LT al minuto. Su di esso sistemo i cavalletti e il monopiede più una rete mimetica da 6 x 5 x coprire l’auto se usata come capanno.

Nell’altro scomparto trovano posto 4 sedie un tavolino gli stuoini e le tende per dormire, anche se questa rimane una soluzione non definitiva in quanto sto valutando l’aquisto di una tenda da tetto ma non ne sono convinto.    

Vista la fase scoinvolgente del mondo nel periodo del lockdown ho scoinvolto anche il settore dei miei mezzi di appoggio passando dal Toy Kdj 95 a questo Isuzu Dmax, un amore durato relativamente poco nonostante la sua enorme capacità di carico, la sua mobilità non mi bastava, alla fine penso di essere approdato ad una soluzione forse definitiva? lo vedremo nel tempo vi presento il rientro in casa Toyota con un icona un mito il land cruiser Hdj 80 24v. Ha camperizzazione completata vi racconterò tutto, per ora vi dico che mi ha già portato in giro per il Gran Sasso e in altri hotspot fotografici in giro per l’Italia per i corsi Nikon school, la sua spero prossima destinazione il ritorno sulle sabbie Sahariane.

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